mercoledì 10 luglio 2013

Tratto da "La verita' è che non gli piaci abbastanza"

SIETE D'ACCORDO?! LEGGETELA TUTTA}

Tu non sei l'eccezione. Tu sei la regola.
E la regola dice che se un uomo non ti chiama, è perché non vuole chiamarti. Se ti tratta come se non gliene fregasse un cazzo, è perché non gliene frega un cazzo. Se ti tradisce, è perché non gli piaci abbastanza. Non esistono uomini spaventati, confusi, disillusi. 

Non esistono uomini tragicamente segnati dalle passate esperienze, bisognosi d'aiuto, bisognosi di tempo.
Gli uomini si dividono in due categorie soltanto: quelli che ti vogliono e quelli che non ti vogliono. Tutto il resto è una scusa.
E Tu, Tu Donna, di mestiere fai l'avvocato, la commessa, la cameriera, l'insegnante, la casalinga, la commercialista, la modella, la ragioniera, l'attrice, la studentessa. Non la crocerossina.
Quindi aspetta che sia lui a chiederti di uscire. Perché va bene la parità dei sessi, le quote rosa, e l'eguaglianza dei diritti. Ma i tempi non sono poi così cambiati.
Gli uomini restano pur sempre dei cavernicoli, sia pure incravattati, e come tali adorano il sapore della conquista.
Tieniti lontana dagli uomini sposati. Non lasceranno la moglie per te. Meno che mai lasceranno i figli per te.
E non credere alla storia dell'amica della sorella di tua cugina, appena convolata a nozze con quello divorziato.
Tu non sei l'eccezione. Tu sei la regola.
Al bando quelli che ti costringono ad aspettare ore accanto ad un telefono che non suona.
Non hanno perso il tuo numero. Non hanno investito un cane. Non hanno appena scoperto di avere un tumore alla prostata.
Probabilmente sono al telefono con un'altra. Oppure sono gay.
Fanculo quelli che non declinano i verbi al futuro. Non sono analfabeti. Semplicemente non vogliono impegnarsi. Perché non gli piaci abbastanza.
Li riconosci facilmente. Girano con un cartello appeso al collo, e la scritta: "Ci stiamo frequentando". Quando la senti, scappa.
Non consumare le tue belle scarpe nuove (e neppure quelle vecchie) per correre dietro un uomo che non ti vuole. Usale, piuttosto, per prenderlo a calci in culo. Impara l'arte dell'essere donna.
Impara l'arte di ottenere dagli uomini quello che desideri, non sbattendo i piedini, ma facendogli credere che siano stati loro a decidere.
Impara a scegliere, invece che essere scelta.

Tratto da "LA VERITA' E' CHE NON GLI PIACI ABBASTANZA



Questo post era su fb..lo ha messo una mia amica,una sorella :)
Ma non sono molto d'accordo sul suo contentuto ossia...piu' che altro credo che al giorno d'oggi sia gli uomini come anche le donne si comportino cosi..anzi le donne con una meticolosa costanza più controllata dovuta ad un minore influsso ormonale ;)....l'uomo è piu prevedibile e glabro nei pensieri e negli intenti..la donna ha milioni di impercettibili sfaccettature che forse nemmeno lei sa di possedere e si scoprono anche solo dopo tanti anni...

Morale della cosa?Cerchiamo di viver bene con noi stesse di essere felici di tutto cio di bello che possiamo godere e di non pensare che una cosa che non abbiamo o un'aspettativa non soddisfatta siano un bene negativo..non sono nulla ,sono solo i nostri pensieri che arricchiscono un'idea che di per se' non esiste.
Vale per gli uomini..vale per le donne :)
Buona giornata a tutti.Vado a fare un po' di bricolage ..costruire sempre e non soffermarsi troppo sui pensieri sopratutto se sono pensieri tristi

lunedì 2 aprile 2012

Come preparare un buon piatto caldo di pasta e lenticchie.

Questa è una ricetta mia,molto semplice ma saporita:l'importante è seguire qualche piccola indicazione nell'acquisto e con i tempi di cottura delle lenticchie.Le migliori da cucinare sono quelle giganti..io in genere mi accontento delle medie perche' le giganti dove abito sono pressochè introvabili.
Comunque :
INGREDIENTI
LENTICCHIE GIGANTI (O MEDIE)
2 DADI DA BRODO CLASSICO
1 PATATA
1 CIPOLLA
1 POMODORO
1 PACCHETTO DI SPAGHETTI INTEGRALI

Allora,mettete le lenticchie a lessare assieme ai dadi classici (il sale non è necessario) alla cipolla affettata ,alla patata tagliata a pezzetti e al pomodoro diviso in piu' parti piccole, controllando di tanto in tanto il livello dell'acqua in pentola durante la cottura.
La cottura deve essere fatta in modo che le lenticchie diventino corpose e cremose al che dentro ci potete aggiungere gli spaghetti integrali tagliati a pezzettini.
Per concludere io di solito aggiungo un olio di olia e del pepe nero.
A chi piace anche il grana sul piatto ,perche' no puo' aggiungerlo.
Beh adesso vado a cucinarle.
Ciao da stk :)

domenica 1 aprile 2012

La ricetta del mio magico SignorPolloArrosto (unico provatela;-)

Beh anzitutto fate una piccola lista di cio' che vi serve:
2 dadi da brodo classico
1 pollo intero
patate novelle
aromi per il pollo
sale

Mettete il pollo nella teglia e cospargetelo di aromi.Tutt'intorno mettete le patate novelle intere e con la buccia,salate e infornate a 200 gradi.A parte in un pentolino preparate del brodo con due dadi classici.
Aprite il forno e controllate se la superficie del pollo si è dorata al che bucherellatelo con la forchetta,versateci sopra il brodo e giratelo.
Lasciate che si dori sulla nuova parte superiore e poi bucherellatelo e giratelo nuovamente.
Il brodo e il sughetto che si libera dalla cottura della pelle del pollo insieme si sposano armoniosamente e la presenza di buchetti nella pelle del pollo cotta fa intenerire la carne che non sara' asciutta ma piu' saporita.
Le patate cotte così poi sono uniche.
Assaggiatelo e poi ditemi se devo fare la cuoca quando vado in pensione o no.

sabato 31 marzo 2012

IL RICCIO EUROPEO Erinaceus europaeus

Ciao ragazzi (e buona domenica delle palme).Dopo diversi mesi oggi riprendo a scrivere sul mio blog :)).
Bene stamattina ho intenzione di parlarvi di quest simpatico porcellino spinoso ,di cui ultimamente un  esemplare è entrato a far parte della mia famigliola di animaletti domestici.
Il suo nome è Benny ed è un riccio europeo.Il riccio della foto non è lui ma gli somiglia molto :)).
CARATTERISTICHE FISICHE

peso: 800 - 1200 g.
Formula dentale3/2, 1/1, 2/3, 3/
Le superfici dorsali e laterali, a parte la zona facciale ed i piedini, sono coperte densamente di spine di circa 20 millimetri di lunghezza (circa 5.000).Queste spine contengono spazi ripieni ed’aria separati dai dischi orizzontali per rinforzarne la struttura. Alla base di ogni spina è una piccola sfera o bulbo che si estende sotto la superficie della pelle per trattenerla saldamente. Le spine Sono bianche alla base e sulla punta, con delle fasce centrali di colore nero o marrone. Ogni spina è fissata ad un muscolo erettore in modo da poter essere alzato ed abbassato Una volta erette, le spine assumono una posizione a zigzag che fa in modo che si sostengono in una massa virtualmente impenetrabile (FONTE: http://www.inseparabile.com/il_riccio.htm )

ABITUDINI ALIMENTARI
E' praticamente onnivoro..apparterrebbe alla famiglia degli insettivori ma si adatta bene all'alimentazione praticamente con quasi tutto cio' che mangiamo anche noi.
 È conosciuto per mangiare una vasta gamma di invertebrati ma preferisce i coleotteri e le lumache la carne e la frutta. Gli artropodi favoriti sembrano essere millepiedi  e gli scarabei . Il riccio inoltre mangia rane, piccoli rettili, uccelli e giovani topi, piccole uova d'uccello, ghiande e bacche.(http://www.inseparabile.com/il_riccio.htm)
Io personalmente lo sto nutrendo con pollo bollito ,uova sode di cui va ghiotto e i croccantini del gatto.

COSA FARE SE TROVATE UN RICCIO FERITO
Io non sono un veterinario ma essendo medico qualcosa per soccorrere il riccio che ho trovato l'ho fatta.Il mio riccio è adulto e ha gli aculei abbastanza fitti e lunghi.Appena preso mi sono accorta che il mio cane gli aveva rimosso una bella parte di guscio e il tessuto scoperto della  ferita fuoriusciva dall'involucro esterno a mo' di palloncino.Ho letto sul web che le ferite a contatto col terriccio e all'aperto per il riccio possono anche essere pericolose per la vita per la tendenza ad infettarsi,allora l'ho preso e messo in  un  box pulito,gli detergevo la ferita con del betadine soluzione applicandolo direttamente sulla ferita dal flacone e la ferita pian piano a cominciato a cicatrizzare e ad assumere un colorito sul grigio scuro.
Adesso il mio riccio sta bene.
UNA COSA IMPORTANTE:NON DATE LATTE AI RICCI,IL LATTE E' DANNOSO PER LORO!!!!IN ALCUNI POSTI LEGGETE CHE SI PUO' DARE..NO,EVITATE ,FA MALE   

RIPRODUZIONE
Periodo di gestazione: 31-49 giorni
Numero di piccoli: 1-9 senza pelo
Stagione riproduttiva: Aprile ad agosto
Parto: da Maggio ad ottobre
Svezzamento: 4-6 settimane
Durata della vita: 6 anni (fino a 10 in cattività)
Se la femmina si accoppia in anticipo si può avere una seconda gravidanza. Inoltre contrariamente a quello che si pensava i ricci nascono con gli aculei, che sono però avvolti da una membrana per proteggere la madre durante il parto. Questa membrana viene tolta dalla madre stessa, ma comunque viene via anche da sola dopo circa tre ore dalla nascita. Da quel momento gli aculei sono ben visibili, ma ancora molli(http://www.inseparabile.com/il_riccio.htm)
Il cucciolo di riccio mette le spine definitive dopo circa 15 giorni.

Ultima cosa:è consigliabile liberare il riccio quando lo si è soccorso e curato..ma se le condizioni ambientali vengono da voi ritenute pericolose per la sua sopravvivenza e se disponete di un potenziale habitat favorevole(come nel caso mio che posseggo un  giardino dove potrei liberarlo)..cercate di decidere il meglio per lui.E' un animaletto buono sensibile e molto intelligente anche se preferisce la calma il buio e ha paura dei cani (i cani lo uccidono !)..invece col gatto convive tranquillamente (Benny e Poke vanno d'accordo).
Ehehehe oramai sono diventata esperta di ricci.
Piccola postilla :le parti che ho messo in rosa le ho riportate da un altro blog (tra parentesi metto sempre la fonte linkata)
Ciao e ancora buona domenica a tutti.Un bacio stk.




venerdì 23 marzo 2012

La mia parmigiana di spinaci

Ingredienti:spinaci (in cubetto preferibilmente),sale,pepe nero(facoltativo),grana grattuggiato,provola dolce o sottilette light,3 uova ,wurstel di pollo o prosciutto cotto.
Preparazione:mettete in una pentola grande un pacco intero da 1 kg di spinaci surgelati a cubetto(preferisco i surgelati perche' quelli in cubetto sono piu' abbondanti di quelli a ciuffo o freschi),portate a ebollizione e in un pentolino a parte fate lo stesso con uova sino a che non diventeranno sode.Intanto preparate un recipiente con del grana e iniziate ad affettare i wurstel o a tagliare a tocchettini il cotto e il formaggio.
Quando gli spinaci saranno pronti stendete un foglio di carta forno su una teglia e dopo avere mescolato tutti gli spinaci con il grana stendetene meta' li' sopra preparando cosi il primo strato.Su questo affettate le uova e mettete i wurstel e la provoletta (o le sottilette) e un altro strato di grana.Coprite con gli spinaci rimanenti e spolverate la superficie con grana mettendo in forno a 250 gradi sino a che il grana non avra' un colore dorato al che toglieteli.
E' buonissima e la ricetta è la mia.

lunedì 25 luglio 2011

“ogni metro potrebbe essere l’ultimo”

All'articolo è all
tg24 > mondo

Qui in Afghanistan “ogni metro potrebbe essere l’ultimo”

Lo aveva scritto in una lettera Matteo Miotto, il caporal maggiore di 24 anni ucciso da un cecchino nella valle del Gulistan. E al nonno alpino: “Ti sbagliavi, la guerra l’ho 

vista anch’io”

"Siamo il primo mezzo della colonna, ogni metro potrebbe essere l'ultimo, ma non ci pensi". CosìMatteo Miotto, l'alpino ucciso in Afghanistan, raccontava la tensione delle perlustrazioni con il 'Lince' nella valle del Gulistan in una toccante lettera pubblicata dal sito on line del "Gazzettino", poche settimane dopo l'agguato in cui, il 9 ottobre, erano rimasti vittime quattro alpini del 7/O reggimento di Belluno. "La testa è troppo impegnata a scorgere nel terreno qualcosa di anomalo - spiegava Matteo - finalmente siamo alle porte del villaggio... Veniamo accolti dai bambini che da dieci diventano venti, trenta, siamo circondati, si portano una mano alla bocca ormai sappiamo cosa vogliono: hanno fame...".

Nella lettera, l'alpino di Thiene, ringraziava in Italia quanti "vogliono ascoltare i militari in missione, e ci degnano del loro pensiero solo in tristi occasioni, come quando il tricolore avvolge quattro alpini morti facendo il loro dovere". La missiva era stata accompagnata sul sito del quotidiano veneto da una foto di Matteo sulla torretta di un blindato, con in mano la bandiera tricolore sulla quale aveva aggiunto a pennarello 'Thiene'.

"Corrono giorni in cui identità e valori - proseguiva il militare vicentino - sembrano superati, soffocati da una realtà che ci nega il tempo per pensare a cosa siamo, da dove veniamo, a cosa apparteniamo...". "Come ogni giorno - diceva - partiamo per una pattuglia. Avvicinandoci ai nostri mezzi Lince, prima di uscire, sguardi bassi, qualche gesto di rito scaramantico, segni della croce... Nel mezzo blindo, all'interno, non una parola. Solo la radio che ci aggiorna su possibili insurgentes avvistati, su possibili zone per imboscate, nient'altro nell'aria. Consapevoli che il suolo afghano è cosparso di ordigni artigianali pronti ad esplodere al passaggio delle sei tonnellate del nostro Lince".

Matteo aveva anche parole di grande comprensione e ammirazione per la popolazione afghana. "Questi popoli di terre sventurate, dove spadroneggia la corruzione, dove a comandare non sono solo i governanti ma anche ancora i capi clan, questi popoli - sottolineava - hanno saputo conservare le loro radici dopo che i migliori eserciti, le più grosse armate hanno marciato sulle loro case: invano". "L'essenza del popolo afghano - rifletteva il giovane alpino – è viva, le loro tradizioni si ripetono immutate, possiamo ritenerle sbagliate, arcaiche, ma da migliaia di anni sono rimaste immutate. Gente che nasce, vive e muore per amore delle proprie radici, della propria terra e di essa si nutre".

"Allora - proseguiva la lettera - riesci a capire che questo strano popolo dalle usanze a volte anche stravaganti ha qualcosa da insegnare anche a noi". Ecco allora quel rapporto particolare che i militari italiani sanno creare nei paesi teatro delle missioni di pace: "Quel poco che abbiamo con noi - scriveva Matteo - lo lasciamo qui. Ognuno prima di uscire per una pattuglia sa che deve riempire bene le proprie tasche e il mezzo con acqua e viveri: non serviranno certo a noi. Che dicano poi che noi alpini siamo cambiati...". Già, lo spirito alpino, quello che faceva tornare Miotto a ripensare ai suoi dialoghi sulla guerra con il nonno. "Mi ricordo - scriveva - quando mio nonno mi parlava della guerra: 'brutta cosa bocia, beato ti' che non te la vedare' mai...' Ed eccomi qua, valle del Gulistan, Afghanistan centrale, in testa quello strano copricapo con la penna che per noi alpini è sacro. Se potessi ascoltarmi, ti direi 'visto, nonno, che te te si sbaia'...". Alla fine, la firma: "Caporal Maggiore Matteo Miotto Thiene (Vicenza) - Valle del Gulistan, novembre 2010".





All'articolo sta allegato un video,in cui il il collega legge la lettera che ha scritto.
Per ogni fratello in meno,in cielo sta un angelo in piu'.
un fiore,stk

domenica 17 luglio 2011

Per chi non conoscesse Bakwa e il coraggio dei nostri ragazzi in Afghanistan

Nella base di Bakwa, il posto più pericoloso del Regional Command West
 La base del  di Belluno di Bakwa rassomiglia alla Fortezza Bastiani de Il deserto dei Tartari. Purtroppo, però, in  i Tartari di Dino Buzzati non si fanno solo attendere, ma esistono e si chiamano “insurgents”, ovvero briganti e, nella maggior parte dei casi, sono i talebani. Gli uomini del reggimento bellunese, coadiuvati da colleghi di altri comparti, sono arrivanti alla base, battezzata (ovviamente) Camp Lavaredo, a metà agosto. Gli americani e i georgiani, gli unici militari presenti in quell’area della provincia di Farah prima dei nostri, avevano lasciato giusto le mura perimetrali. La prima cosa che hanno fatto gli alpini è stata quella di costruirsi una così detta «bolla di sicurezza» per poter operare in libertà. Poi, sotto il caldo degli oltre 40 gradi estivi, hanno costruito tutto il resto. Ovvero il bunker per ripararsi dalle aggressioni, la mensa, (per il primo mese si sono cibati quasi esclusivamente di razioni K americane), i bagni (in principio hanno dovuto accontentarsi dei sacchetti igienici), poi le tende per dormire (in estate potevano dormire al fresco sotto il cielo stellatissimo di Bakwa) e le strutture per le varie cellule del reggimento.  Ogni giorno gli alpini lavorano su un terreno impolverato da una costante sabbia, che ti riempie scarpe, vestiti e il respiro. Sembra borotalco. Il 7°, in, è una famiglia allargata. Si sente nell’aria ed è facile entrare a farne parte. Si scherza con le provenienze: «lui è polentone, lei è terrona» dicono tutti sorridendo. In centro al Camp Lavaredo c’è la cappellina in legno in ricordo di Gianmarco Manca, Francesco Vannozzi, Sebastiano Ville, Marco Pedone saltati su un ordigno il 9 ottobre scorso, nel giorno del ricordo della tragedia del Vajont. Mancano a tutti alla base. Sono i primi caduti di tutte le missioni del 7°. L’appuntamento col destino ha colto tutti impreparati. Sono morti svolgendo il loro valore: dovevano portare in salvo una settantina di autisti afghani, dopo che due erano stati freddati con un colpo alla nuca e uno sgozzato, perché considerato traditore. Rei soltanto di aver fornito materiale al militari della missione Isaf. Una delle principali attività del ragazzi è quella del pattugliamento della zona, rischiosa, ma necessaria. Non sono mancati episodi in cui gli “insurgents” hanno aperto il fuoco contro la base di Bakwa. 

Questo articolo è di circa un anno fa..ma e purtroppo il nome di questa base ultimamente ci ha dispensato brutte notizie e dolore per i parenti e per i cari di questi beneameti colleghi che si mettono in gioco la'..
 Un mio pensiero a loro e un fiore.
Stk.